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Stai zitta e leggi i miei occhi

l’insolito vizio di chi immune dal vizio

ti stringe i capelli e li sfiora,

l’inganno di un tempo che non è tempo

di una stanza senza vento,

pelle chiara baciata dal sole.

Ti immagino che tremi, rabbrividisci,

che muovi i piedi che scalpiti,

languisci,

che ti dimeni, che tremo io stesso

guardando i tuoi occhi

nei miei,

come un abisso!

 

 

 Ivan Pozzoni - 27/01/2018 00:29:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Il tuo stile è molto interessante

 Jane Percy - 25/08/2013 16:10:00 [ leggi altri commenti di Jane Percy » ]

sei tornato! leggere una tua nuova poesia è la cosa più bella che ci sia! Mi apre l’anima!

 Franca Alaimo - 21/08/2013 01:27:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

La seduzione di questo testo sta nello slittamento del tempo in una dimensione al di fuori di se stesso e dello spazio (la stanza bianca è solo un lampo di luce dove l’eros è un sapore); e di un’immagine della memoria in un’altra ( anzi altre) dell’immaginazione. Difficile dire cosa sia più intenso: la memoria che restituisce l’emozione erotica maschile, o l’immaginazione che disegna una serie di gesti che poco a poco rendono lei del tutto arresa alla proiezione del desiderio.
Trovo che è un modo delicato ed insieme sontuoso di cantare l’amore.

 Maria Musik - 20/08/2013 17:40:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

"Stai zitta
e leggi i miei occhi
l’insolito vizio
di chi immune dal vizio
ti stringe i capelli e li sfiora"
Le tue poesie, Francesco, ne contengono sempre una più breve e, da sola, incisiva.
Questo incipit è, per me, molto intenso.

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